sabato 19 luglio 2014

ACCADDE UN POMERIGGIO DI MEZZA ESTATE AD ALESSANDRIA DELLA ROCCA



Le biblioteche sono un luogo magico. Senza scomodare Umberto Eco che sulla “bibliofilia” o “biblioteca mania” ha scritto saggi memorabili, è vero che ogni biblioteca ha un suo universo spazio-temporale, una sua dimensione parallela, una sua geografia spirituale. Ogni biblioteca, poi, a sua volta, racchiude un’infinità di mondi che si schiudono l’uno sull’altro e sono racchiusi l’uno sull’altro: ogni libro, infatti, è latore di un messaggio che per piccolo o universale che sia, è destinato a rimanere nel tempo, quale motore immobile di idee, di concetti, di vita. Ma è sbagliato vedere in una biblioteca solo una raccolta di libri. Sia nell’antichità che nei tempi recenti le biblioteche sono sempre state al centro di una frenetica attività sociale, ben ripagando gli investimenti e le attenzioni a loro dedicate. Basti pensare alla famosa biblioteca di Alessandria d’Egitto, o alle abbazie medievali ed alle loro biblioteche, fucine di cultura universale.
E’ chiaro che sono un appassionato di biblioteche. E quando ho l’opportunità di esplorarne (sì esplorarne) una non ne perdo l’occasione. L’altro giorno sono stato invitato ad un briefing di lavoro ad Alessandria della Rocca. La riunione, per esigenze logistiche si è spostata nella biblioteca comunale, luogo che, sebbene frequenti il centro di Alessandria da almeno venti anni non avevo mai avuto cura di attenzionare.
Quando sono entrato, nel silenzio assorto tipico di questi luoghi, chi mi ha accolto ha scorto la mia curiosità e si sono prodigati per  farmi visitare la biblioteca. Così ho “scoperto” una piccola e meravigliosa realtà.
Nonostante fossimo in un giorno qualunque, in un’ampia sala si stava svolgendo un progetto ludico per i bambini più piccoli con le mamme e le insegnanti.
In un altro salone, i ragazzi di Alessandria discutevano di banche, impresa e start-up con il direttore provinciale di una importante Banca nazionale.
In un’altra stanza attrezzata, io e gli altri interessati abbiamo potuto svolgere il nostro briefing in tutta serenità.
E tutto questo mentre si svolgevano i normali servizi bibliotecari all’utenza.
Dico: non eravamo a New York o in qualche città-modello del Nord Italia, ma in un piccolo paese, al centro della Sicilia più aspra, in un territorio in cui ancora si respira l’aria del tempo che fu.
Piccolo miracolo di una biblioteca che funziona, che diventa centro vitale di interessi per la comunità.
Sono uscito dalla Biblioteca di Alessandria con una sgargiante tessera di socio e con il mio bravo libro in prestito. Per curiosità ho letto il numero della mia tessera: 1404. Su una comunità di circa tremila abitanti.  Non male.

By Michele Barbera 

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