giovedì 24 maggio 2012

NUOVI TALENTI PER LA SCRITTURA DIGITALE CREATIVA: CONCLUSA LA SELEZIONE DI SCRITTURA DIGITALE ED ECCO I VINCITORI



La Redazione di "Supermoney News" e 77Academy hanno concluso i lavori dedicati alla competizione nazionale "Nuovi talenti per la scrittura digitale creativa", una rassegna che ha visto confrontarsi decine di autori e di bloggers sulle tematiche economiche in modo originale e creativo. 
L'Amministratore Delegato di Supermoney ha espresso soddisfazione sia per l'entusiasmo che ha riscosso la manifestazione, sia per l'alta qualità del contenuto dei lavori. 
Inutile sottolineare quanto è importante l'operato divulgativo ed informativo di siti come "Supermoney" che in un'ottica di comparazione offrono agli utenti la possibilità di scegliere tra prodotti solo apparentemente simili. E ciò in un campo delicatissimo quale quello finanziario ed economico che interessa direttamente la vita delle famiglie e dei consumatori. 
Siti indipendenti come "Supermoney" sono garanzia di correttezza dell'informazione e di  un approccio chiaro e completo alle tematiche finanziarie come mutui, assicurazioni, finanziamenti, etc...
Non per nulla il sito riceve oltre 300.000 visite dei clienti ogni mese.
Ecco di seguito il link al comunicato ufficiale di Supermoney news: 


Da parte mia sono molto contento che l'articolo "La quinta rivoluzione monetaria: dal baratto al bitcoin" abbia ricevuto il riconoscimento della redazione con una bella motivazione: "abbiamo premiato quest'articolo perchè è riuscito a coniugare contenuti di attualità economica con una prosa accattivante, in grado di avvicinare anche un pubblico non specialistico a tematiche che spesso possono risultare complesse".
Auguri, comunque, a tutti i vincitori ed un incoraggiamento a tutti quelli che hanno partecipato!
By M. 

martedì 22 maggio 2012

SCIACCA ED IL SUO CIRCONDARIO NEL MIRINO DELLE ECOMAFIE? …E INTANTO SI PARLA ANCORA DI CHIUSURA DEL TRIBUNALE!!!




La notizia non è di quelle che si possono passare sotto silenzio. Sia per la fonte, sia per i contenuti. Lo scorso quindici maggio il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Europea, on.le S. Alfano, ha ritenuto di dover allertare per iscritto gli amministratori locali belicini sulle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel business delle energie rinnovabili ed alternative.
L’occasione è stata dal progetto di un mega impianto di generatori eolici, si parla di oltre settanta generatori eolici del tipo a grande struttura, presentato da una società ennese, dietro la quale pare stia un’ulteriore apparato societario di Bolzano. Nel giro di queste società, già desta qualche sospetto il fatto che la società ennese, con un capitale di appena diecimila euro, dovrebbe affrontare i costi milionari di un mega parco eolico ( forse uno dei più grandi nel Meridione di Italia).
Per l’intanto sono già partite le procedure di esproprio di una vasta fascia di territorio che va dal territorio di Castelvetrano e tocca i Comuni di Menfi e Montevago.
Già da tempo le c.d. “ecomafie”, come ricorda il Presidente Alfano nella sua nota, hanno attenzionato il business delle energie alternative e l’hinterland di Sciacca appare assai appetibile con una serie di iniziative che vanno dal fotovoltaico, all’eolico non trascurando le biomasse. Già solo il territorio di Menfi, che è interessato da uno sviluppo turistico e da una sana economia agricola, è stato destinatario di almeno quattro progetti di impianti di produzione energetica.
Ma tutti i territori del circondario saccense sono oggetto di iniziative imprenditoriali che mirano a localizzare impianti di produzione industriale e di mega strutture ricettive, con procedure non sempre trasparenti e pubbliche che destano allarme negli ambienti amministrativi e giudiziari, sia sotto il profilo dell’analisi dei costi-benefici che della trasparenza delle procedure.
Si tratta di investimenti milionari che riguardano turismo, energie alternative, insediamenti alberghieri, etc… Situazioni delicatissime che, sotto diversi profili,  hanno formato oggetto già di processi civili e penali che si sono svolti  e si svolgono davanti il Tribunale di Sciacca e che hanno impegnato i giudici in una delicata analisi dei processi economici sottesi ai progetti ed agli insediamenti industriali e turistici da localizzare nel territorio.
L’allarme lanciato dalla Presidente Alfano, unitamente alle oggettive esigenze di tutela del territorio da aggressioni della criminalità organizzata, travestite da iniziative imprenditoriali più o meno regolari, entra in stridente contrasto con l’arida ipotesi statistica ministeriale, secondo cui il Tribunale di Sciacca, unico presidio di giustizia nel vasto territorio che include i comuni dell’hinterland riberese, della zona marina di Sciacca,  i territori della Valle del Belice, sino al confine con la provincia di Trapani, dovrebbe chiudere per una astratta insufficienza numerica.
E’ del tutto paradossale che la situazione del circondario di Sciacca preoccupi (e riteniamo a buona ragione) gli Organi Parlamentari dell’Unione Europea e fra essi l’importante Commissione sul crimine organizzato ed, invece, il Ministero abbia ancora dubbi sulla necessità che il presidio giudiziario saccense vada a tutti i costi mantenuto per salvaguardare la legalità sul territorio e garantire l’intervento rapido della giustizia in situazioni che possono sfociare in illegalità ed alimentare appetiti criminali.
L’appello della Presidente Alfano non può essere ignorato non solo dagli Amministratori Locali, ma – in primo luogo – dagli Organi Ministeriali che devono battersi per il mantenimento dei presidi di legalità nel territorio.    
Facciamo in modo che l’attenzione della Commissione Europea Parlamentare Antimafia giunga fino al Ministero della Giustizia di Roma perché, finalmente, venga cancellata ogni ipotesi di smantellamento del Tribunale di Sciacca.
By M.

giovedì 10 maggio 2012

PERCHE’ I BLOG FANNO PAURA?




Mi ero ripromesso di non scrivere nulla sul fatto che in queste ore si discute in Cassazione se il blog singolo costituisce o meno “testata giornalistica” e, dunque, bisogna della registrazione al Tribunale e di un direttore responsabile.
Non volevo scrivere nulla perché mi rendo conto che il fenomeno “informazione” su internet è così essenziale, variegato, enorme, capillare che tentare di imbrigliarlo sarebbe davvero la fine di un’epoca, di un mondo.
E poi perché i blog sì e non piuttosto le bacheche dei social forum?
O le chat line?
Quello che rischia non è tanto il popolo dei blogger, quanto piuttosto la libertà di espressione del proprio pensiero.
A quel punto ho deciso di mettere nero su bianco come la penso.
La differenza fondamentale tra il giornalista ed il blogger è proprio questa: il giornalista da e fa informazione “conto terzi”, il blogger prima di tutto esprime le proprie idee, il proprio pensiero. Se poi queste idee vengono lette, discusse o confrontate è questione del tutto eventuale che può riguardare una comunità più o meno grande di lettori che possono liberamente condividere i contenuti del blog, contestarli o contrastarli.
Il tutto nella piena libertà di parole o di pensiero.
Ho sempre pensato a questo blog come un tavolino al bar, dove riflettere ad alta voce con chi mi sta vicino su tematiche o situazioni che in primo luogo mi toccano personalmente.
E’ una sorta di finestra aperta sul WEB, un nodo di scambio di opinioni, senza censure.
Pensarlo come una sorta di giornale, che richiede addirittura un direttore responsabile, una iscrizione in Tribunale, e poi magari spese, soldi, tasse e sacrifici diventa qualcosa di assurdamente anormale. 
E' chiaro che i distinguo vanno fatti. Non si può assimilare la libertà di espressione all'attività giornalistica professionale. 
Sarebbe come a dire che se consiglio ad un mio amico un'aspirina contro il mal di testa, esercito abusivamente la professione medica.
La libertà di espressione è qualcosa di più grande ed imprescindibile della attività informativa legata al mondo del giornalismo. 
Ritengo che la Corte di Cassazione rifletterà su questo...
Che tristezza pensare che questo potrebbe essere il mio ultimo POST!!!
By M. 

lunedì 7 maggio 2012

DAL “FINCHE’ LA BARCA VA” DI BERLUSCONI AL “SI SALVI CHI PUO’” DI MONTI: STORIA DI UN FINTO BOOM E DI UNA CRISI FORZATA




La domanda me l’ha posta con la consueta e garbata perspicacia via e-mail Francesca, una studentessa di economia: perché con Berlusconi la gente non si lamentava della crisi?
Risposta facile, ma di una enorme complessità interna: la politica economica di Berlusconi teneva alta la domanda ed incentivava i consumi. In una parola, l’economica tirava, ma i numeri  positivi erano solo quelli dei consumi interni, drogati dalla euforia consumistica.
Non c’erano nuove industrie o nuovi posti di lavoro. Il mercato occupazionale offriva sbocchi solo nel “terziario avventizio”: posti di lavoro precari legati allo sviluppo consumistico.
La spesa pubblica immetteva nel circuito macroeconomico stipendi, pensioni e contributi che a loro volta facevano crescere il fabbisogno pubblico, rimpinguato indirettamente dalle imposte sui consumi e più generosamente dal debito pubblico.
Quando i conti pubblici sballavano un po’ troppo ecco lo “scudo” fiscale o il “condono” di turno a immettere denaro fresco nelle dissanguate finanze statali.  
Insomma, l’economia era drogata da un surplus di consumi non supportato da una politica economica “reale”, cioè da una crescita vera.
Per il berlusconismo imperante la parola “crisi” era tabù e chi la pronunciava era tacciato di disfattismo (un po’ come nel Ventennio, ai tempi di “lui”…)
Questo ovviamente non risolveva la crisi, ma la mascherava bene, probabilmente perché si credeva che a lungo andare la crescita della domanda potesse innescare il meccanismo virtuoso dello “sviluppo reale”.
Così non è stato. Amen.
Poi è venuto Monti.
Con Monti l’asse della politica economica si è spostato al monetarismo puro: il punto opposto!
Con il governo Monti la priorità è stata quella di rinsaldare le casse statali a qualsiasi costo. Monti è partito da due evidenti obiettivi principali: rastrellare moneta fiscale aumentando l’imposizione e vuotando le sacche della elusione e della evasione fiscale e dall’altro rafforzare l’immagine finanziaria dell’Italia per evitare che l’eccesso di consumi e di spesa degradasse il Paese ad una seconda Grecia dell’area euro.
La drastica cura di Monti se ha stabilizzato i conti governativi ha avuto effetti collaterali devastanti: il Paese (gli italiani) hanno avvertito di botto il peso di una crisi economica in tutta la sua negatività.
Risultato: la pressione fiscale portata all’esasperazione ha mandato in tilt i circuiti microeconomici: quelli cioè legati all’attività di ogni singola impresa o famiglia. Di colpo gli italiani si sono ritrovati più poveri e costretti a fare fronte con una ipertensione fiscale implacabile.
Le imprese, alle prese con costi fiscali improvvisi, hanno dovuto chiudere i battenti. I lavoratori precari sono stati licenziati. C’è stata una contrazione dei consumi a due cifre nel giro di qualche mese. Con il crollo dei consumi si è innescato il meccanismo della stagflazione: produrre costa di più, i beni finali costano di più, ma paradossalmente l’economia non tira ed anzi i posti di lavoro diminuiscono e la povertà guadagna terreno.
Più crisi di così.
Però in compenso i conti dell’Italia vanno bene. Almeno per il momento.
Infatti, a lungo andare il gettito fiscale che proviene dai redditi avrà una notevolissima riduzione perché i redditi totali diminuiranno.
Ma il governo Monti ha pensato anche a questo.
Con l’IMU.
Si tassano gli immobili, cioè il patrimonio inamovibile perché le tasse del reddito sono insufficienti.
Risultato: la crisi si aggraverà ancora di più e da economica diventerà prima politica e poi sociale.
Rimedi?
Ci sono. E Monti li conosce bene. La vera ripresa economica  è legata ad un allentamento della morsa fiscale, all’agevolazione fiscale delle nuove iniziative, alla ripresa dei consumi con politiche incentivanti.
Se la domanda cresce, cresce la produzione di beni e servizi collegati alla domanda stessa. E cresce pure la voglia di fare e di produrre. Crescono i redditi e si ritorna ad investire.
In medio stat virtus: tra l’allegria consumistica e il rigorismo monetaristico sta il circuito virtuoso dell’operosità economica in cui la produzione sopporta un adeguato carico fiscale ed è incentivata a crescere dalla ripresa della domanda. Questa è l’unica ricetta per uscire dalla crisi.
Ecco perché Draghi diversi guru dell’economia stanno facendo pressione su Monti perché allenti la morsa e consenta la riattivazione dei microcircuiti economici.
Secondo alcuni studi, siamo già al punto di non ritorno.
L’IMU potrebbe essere il colpo di grazia.
E non basta una manciata di punti di spread a farci sperare per il futuro.
Se Monti non vuole cambiare politica, allora è meglio che la politica cambi Monti.
Altrimenti lo faranno gli Italiani.
By M.

venerdì 4 maggio 2012

SAVE THE CHILDREN


Su gentile richiesta di Giorgia di Save The Children condivido con piacere  il video che l'associazione ha realizzato sulle iniziative di Save The Children e la destinazione del cinque per mille. 
Credo che le immagini si commentino da sole. 
Un sola piccola riflessione: ogni bambino, ancora più che ogni adulto, è vittima di differenze razziali, economiche, sociali, politiche e culturali. 
E' inutile batterci per le libertà democratiche se non siamo in grado di comprendere e difendere le piccole vite che ci circondano e che rappresentano il futuro dell'umanità. 
Nei confronti dei nostri figli, come dice sempre il caro amico Giovanni, non abbiamo diritti, solo doveri. Piacevolissimi e gratificanti doveri. Si aspettano tutto da noi e noi dobbiamo contraccambiare la loro fiducia. 
Li abbiamo messi al mondo, dobbiamo loro insegnare a crescere e, sopratutto a rispettare il prossimo. L'insegnamento alla solidarietà ed al rispetto verso il prossimo deve essere il primo che i genitori debbono dare al proprio figlio. 
C'è una  famiglia universale di cui tutti facciamo parte e nei cui confronti deve spingerci uno slancio di appassionata frenesia e sollecitudine verso i bisogni degli altri. 
Specie nei confronti dei bambini. 
Dietro le lacrime di  un bambino c'è un pezzo di futuro che muore. Non dimentichiamolo. 

By M.